Protesto assegno: la beffa per un imprenditore nel cuneese
Fatturava due milioni di Euro all’anno e dava lavoro a 27 dipendenti: inizia così la storia di un imprenditore di Cuneo che, per via di una procedura di protesto assegno, ora si trova solo e sull’orlo del fallimento. Tutto comincia nel 2006, quando l’uomo trova nelle Olimpiadi di Torino un modo per potenziare l’attività di famiglia, ereditata da suo padre. Nonostante la perdita ingente dovuta al fallimento dell’investimento (che coglie di sorpresa centinaia di piccole e medie attività), l’imprenditore riesce a portare avanti la sua attività e a mantenere i posti di lavoro, finché non riceve la telefonata del proprio istituto di credito, che lo invita a pagare un assegno scoperto per 1500 Euro. La procedura del protesto va avanti: con il pezzo di carta, la banca provvede a pignorare la casa di proprietà dell’uomo, i mobili e i conti correnti che l’imprenditore utilizzava per la sua attività. A questo punto, l’imprenditore è costretto a dichiarare fallimento e a licenziare tutti i suoi dipendenti. Alla domanda se a Leggi tutto